L’inflazione informativa è una cifra del nostro tempo: non esistono praticamente più messaggi che, solo in base alla propria forza ed originalità, possano pensare di imporsi a livello globale.
Ciò vale anche per la Reintegration Economy, che ha sicuramente una particolare forza comunicativa nella propria esemplarità ma che, per utilizzare a pieno tale potenziale, ha bisogno di esplorare linguaggi nuovi e piattaforme comunicative diverse.
Tra le sfide che la Reintegration Economy si troverà ad affrontare, vi è quindi la promozione e la diffusione del proprio paradigma culturale ed operativo in maniera tale da creare un ecosistema comunicativo che consenta a chi intende portare avanti il paradigma, quale che sia la sua esperienza o appartenenza, di condividere con altri i propri saperi, le proprie competenze ed il proprio lavoro, in forma aperta e orientata alla produzione condivisa di valore.
Allo stesso modo, dovrà essere sviluppato un vero e proprio linguaggio della Reintegration Economy, che ne accompagni, posizioni e supporti la penetrazione culturale nella società a livelli sempre più vasti.
Per rendere tutto questo possibile, serviranno investimenti importanti e sicuramente di respiro internazionale, anch’essi da concepirsi in modo contributivo.
Questa è la
Reintegration Economy
Tutto ciò che hai letto in questa pagina è reso possibile dalla Reintegration Economy. Un modello economico nuovo: prevede che la proprietà e il 100% dei ricavi di un’azienda (da cui sottrarre i costi, gli investimenti e le tasse) non siano un beneficio per pochi ma a disposizione di tutte le specie viventi e della loro casa comune che è il Pianeta.
Questa azienda è Almo Nature, 100% proprietà della Fondazione Capellino.
