RVF - Società Agricola Sperimentale

Il progetto

Biodiverse Agriculture

Il modello di agricoltura intensiva, che considera il campo un foglio bianco su cui intervenire con concimi e fitofarmaci funzionali all’agroindustria, ha progressivamente azzerato la fertilità del suolo, aumentato l’inquinamento dell’acqua e dell’aria e portato all’estinzione della biodiversità nelle aree in cui è stato praticato.

Per rimediare, è indispensabile che l’agricoltura riconquisti il suo ruolo di produzione di cibo sano e di qualità, rispettando la massima biodiversità possibile.

Non esistono formule già pronte. Uno dei filoni di ricerca è rappresentato dalla pratica che chiamiamo agricoltura biodiversa, una variante dell’agricoltura rigenerativa che ha come focus di studio l’integrazione della biodiversità nel sistema agricolo al massimo livello possibile.

Questa pratica agraria associa la produzione alla creazione di biosistemi, utili innanzitutto a restituire fertilità e vitalità al suolo, a ridurre l’inquinamento dell’acqua e dell’aria e a ristabilire l’equilibrio naturale in un settore ormai esasperato.

Attraverso sperimentazioni, che pur non essendo remunerative risultano indispensabili per trovare soluzioni efficaci, l’Agricoltura Biodiversa si candida a contribuire concretamente alla risoluzione del problema.

Negli ultimi mesi, si è assistito a un proliferare di convegni sull’agricoltura rigenerativa, promossi da figure di ogni tipo, con l’obiettivo, spesso, di far sembrare un cambiamento inevitabile mentre tutto resta immutato.

Il nostro progetto prenderà in considerazione l’agroforestazione e la viticoltura, sperimentando la massima biodiversità che queste pratiche possono offrire. Al contempo, abbiamo avviato sperimentazioni di campo, in particolare sulla fertilità e vitalità del suolo, con l’obiettivo di definire protocolli d’azione scientificamente validati.

 

  • Creazione, su 7 dei 22 ettari, di un’attività agricola biodiversa con la realizzazione di un’agroforesta gestita sperimentalmente con tecniche che bandiscono ogni impiego di chimica di sintesi attraverso le sinergie che le piante generano fra loro e la fertilizzazione del suolo ottenuta soprattutto grazie alle K-line, compost autoprodotto e all’impiego di lombrichi e sostanze totalmente biodegradabili per i trattamenti indispensabili in caso di attacco di parassiti non gestiti naturalmente dall’agroforesta.

Gestione idrica e mitigazione del rischio idrogeologico

  • Gestione ottimizzata delle acque superficiali e sotterranee, attraverso le K-line per prevenire fenomeni di erosione e creare la ritenzione e l’infiltrazione nel suolo;
  • Riduzione del consumo dell’acqua potabile dell’acquedotto ai soli scopi alimentari. copertura permanente del suolo agricolo e messa a dimora di 10.000 tra piante ed arbusti nuovi

Tutela della biodiversità

Per la fauna selvatica e il ripristino dell’habitat naturale, saranno implementate misure di conservazione attiva, tra cui:

  • Creazione di corridoi ecologici e posatoi per l’avifauna, 
  • Realizzazione di uno laghetto biodiverso all’interno dei 12 ettari riservati alla fauna selvatica a valere come risorsa idrica per la fauna e come microhabitat per anfibi e insetti impollinatori;
  • Limitazione dell’interferenza antropica, creazione di un divieto di caccia su tutta la proprietà e interdizione dell’accesso umano su 12 dei 22 ettari.