Diaccia Botrona: conclusione

Perché la Fondazione Capellino si è impegnata in questa causa?
Alcune battaglie ambientali possono durare anni e non sempre portano a un esito certo. La Fondazione si fonda sull’idea di restituire alla natura ciò che l’uomo le sottrae, garantendo continuità agli habitat e destinando i profitti non all’arricchimento privato, ma alla protezione e al ripristino degli ecosistemi. Tra gli ambienti più fragili in Italia e in Europa ci sono le zone umide: territori di transizione preziosi ma spesso minacciati, vitali per milioni di uccelli migratori che li usano come sosta nei loro viaggi.
Secondo questa visione, l’area della Diaccia Botrona non poteva essere destinata ad attività umane. La Fondazione ha favorito il dialogo tra istituzioni e privati, raggiungendo un accordo che assicura per 90 anni la gestione pubblica dei terreni. Anche le aree agricole circostanti contribuiranno alla biodiversità, grazie alla conversione al biologico e al mantenimento delle colture di cereali.
Così una situazione di rischio si è trasformata in una prospettiva di tutela e crescita per habitat e specie. Un traguardo importante che ci auguriamo diventi un modello da replicare altrove.



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